Micaela Scapin, in un certo senso, è figlia d’arte. L’autore di una delle fotografie più iconiche della storia del cinema porta la firma di suo papà: infatti, è di Celio Scapin lo scatto che ritrae Paul Newman a Venezia, nel 1963, fotografato a bordo di un motoscafo in bacino di San Marco, mentre torna dalla Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica del Lido di Venezia.
Micaela l’ha scoperto pochi anni fa, quando chiese a Vittorio Pavan, amico e custode dell’archivio “Cameraphoto Epoche“, l’agenzia che conserva l’archivio fotografico con il quale collaborò il padre e di cui fu anche titolare per un certo periodo, una fotografia da appendere nello studio di comunicazione ricavato da una parte della casa paterna. «Quando mi dissero che la foto era di Celio mi dovetti sedere dall’emozione» dice Micaela «Voi credete nella teoria dei fili? Se una persona ti ama non ti lascerà mai, cammina con te sempre: se hai bisogno basta tirare il filo e in qualche modo lei farà sentire la sua presenza».
Celio Scapin raccontava attraverso le immagini, Micaela con le parole: è giornalista professionista, scrittrice, comunicatrice e specializzata in brand communication; fra le più rinomate comunicatrici nel settore food e hotellerie per i quali ha studiato e continua a studiare l’evoluzione della comunicazione.
Non ama parlare di sé ed è profondamente appassionata del suo lavoro, proprio perché le permette di lavorare nel backstage, organizzare interviste e campagne di comunicazione.
«Dare valore al tuo brand è la sfida che affrontiamo ogni giorno» si legge nel suo elegante e vivace website www.micaelascapin.it, dove ha raccolto i maggiori progetti di comunicazione che ha seguito e che continua a seguire, con il suo team composto da grafici, fotografi, videomaker e social media strategist.
«Da piccola ero timidissima – spiega – e non riuscivo ad uscire fuori da me. Mi chiudevo». Ha sofferto molto: per lei essere introversa era un tormento, perché capiva di limitare se stessa.
. «Mi ero ripromessa di affrontare la mia chiusura e il giornalismo, scrivere, mi ha aiutato. Oggi la stessa timidezza che da piccola mi emarginava, per me è una grande risorsa. Ho imparato ad ascoltare, più che a parlare. Ad osservare gli altri: gli occhi, le mani, la gestualità raccontano molto di una persona».
Tra i suoi clienti ci sono l’hotel Sina Centurion Palace, cinque stelle lusso della Sina Hotels affacciato sul Canal Grande a Venezia, Villa Cordevigo Wine Relais cinque stelle lusso a Cavaion Veronese (Verona), l’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano, che riunisce i più grandi pasticceri d’Italia, il Gruppo Agugiaro&Figna Molini, tra i maggiori gruppi molitori d’Italia, la Polin di Verona, azienda leader al mondo nella produzione di forni e macchinari per la pasticceria e la panificazione.
Per il secondo anno consecutivo sta curando la comunicazione di Panettone World Championship, il campionato mondiale che eleggerà il miglior panettone al mondo ad HostMilano ad ottobre 2021.
Micaela cura anche l’immagine di Matteo Cunsolo, maestro panificatore titolare de La Panetteria di Parabiago alle porte di Milano. «Adoro i progetti studiati assieme alle persone e ai brand con cui collaboro. Cunsolo mi disse che voleva far parlare del pane al di fuori dei soliti canali di comunicazione dedicati al food».
Così nacque il progetto il “Pane blu pantone” l’omaggio del maestro alla Milano Fashion Week e al Pantone Colour Of The Year 2020, azienda simbolo mondiale della grafica, della classificazione dei colori e dell’identità visiva. La notizia fu ripresa dalle maggiori testate giornalistiche on e off line, dalle radio e tv nazionali.
«Un imprenditore con il quale collaborai qualche anno fa per celebrare l’anniversario della sua azienda, mi disse: «Non bisogna avere paura di sbagliare. Avere paura è l’unico sbaglio più grande che si può commettere». Ho molto da imparare stando al fianco di menti visionarie: per me è un grande privilegio» conclude Micaela.