E’ inutile negarlo, quando l’emergenza sanitaria sarà finalmente sconfitta tutti si ritroveranno a fare i conti con quanto perso. Questo varrà anche per il settore della moda.
Dopo le Olimpiadi, la Biennale d’architettura di Venezia, il Festival del Cinema di Cannes le maggiori fiere di settore, anche buona parte delle sfilate maschili di Luglio sono state spostate a data ancora da destinarsi.
Ma questo non vuol dire assolutamente fermarsi.
Molte delle più grandi Maison – da Prada a Gucci, da Bulgari a Fendi e Ferragamo – difatti, hanno di comune accordo deciso di devolvere grandi cifre agli ospedali italiani per il contenimento dell’emergenza ed hanno addirittura riconvertito rapidamente la loro produzione per la produzione di mascherine e camici.
Un vero e proprio “miracolo del Made in Italy” come è stato definito dal commissario straordinario Domenico Arcuri.
Un miracolo che dovrà però essere integrato da forza di volontà e creatività, perché solo in questo modo si potrà recuperare il tempo perduto. Come diceva Yves Saint Laurent: “la moda non è arte, ma ha bisogno di un artista per andare avanti”. Il settore della moda non si fermerà ma, al contrario, guarderà al futuro con speranza.
Sicuramente dovremo affrontare anche difficili tempi post-pandemici e adattarci a tantissimi cambiamenti anche sul piano emozionale dell’acquisto: lo shopping non sarà più solo spinto da un bisogno compulsivo ma volgeremo verso scelte fatte con cura e dedizione.
Questo sarà uno dei tanti modi che ci consentiranno di apprezzare l’arte e la bellezza dopo un periodo di astinenza forzata.