Il potere dell’atto casuale: la FW22 prende forma in molteplici azioni che permettono di collocare il concetto di moda nella cultura popolare, riappropriandosi al tempo stesso di alcuni suoi elementi.
La moda è interpretazione e trasformazione. La FW22 ha come unica protagonista l’attrice Hari Nef, che mostra se stessa sotto diversi aspetti, dando vita alla collezione sia in forma cinematografica che fotografica.
Una fantasia di sfrenato divertimento, glitter e scintillio si rivelano con uno spirito esuberante. Gli oggetti delle feste diventano pezzi integranti degli abiti. Orecchini e top chandelier. Top a palloncino gonfiati. Top a palloncino sgonfi. Pantaloni a palloncino e frange. Palloncini stampati su seta e tessuto metallico. Tute da ginnastica e top ispirati a Run Hany. Felpe e pantaloni ispirati a Carrie. Perfecto Jacket. Pantaloni con strascico. Abiti con paillettes. Ancora, un rimando a Run Hany sulle borse; sandali con cinturini imbottiti come palloncini. Un mondo di frammenti e archetipi. Un gioco di ovvietà che confonde le cose. Ma anche un gioco sugli elementi cult della cultura popolare.
Le immagini sono la prima azione. Scattate da Jurgen Teller, ritraggono Hari Nef mentre interpreta diversi personaggi cinematografici. Un cambio di acconciatura stravolge completamente la persona, perché una chioma ordinata piuttosto che selvaggia conferisce un modo di essere completamente diverso.
Il documentario immaginario, intitolato Falling for Fall, è la seconda delle molteplici azioni. Diretto dal regista Loic Prigent, mostra Hari Nef mentre presenta la collezione agli spettatori in studio e nell’atelier dove si materializzano le idee. Hari cade ritmicamente, alzandosi ogni volta con una nuova personalità e un nuovo look.
Stampate come cartelloni pubblicitari e montate su furgoni, le immagini vengono poi riprese da Juergen Teller per le strade di Milano, nella terza e ultima azione che rende le immagini parti effimere ma ben visibili del paesaggio urbano.
La moda che ha raccolto elementi dalla cultura popolare diventa essa stessa parte della cultura popolare. Il cerchio è chiuso e tuttavia lasciato aperto, in una fusione contorta di perversa ovvietà, perfettamente casuale.