Nell’ultimo anno tra i prodotti preferiti presenti nei carrelli della spesa degli italiani troviamo creme, maschere e gel antirughe, contro le macchie dell’età e le borse sotto gli occhi.
Questa tipologia di prodotto è, infatti, una della categorie più vendute tra quelle presenti nel mercato italiano e anche quella che sta subendo un veloce processo di “democratizzazione” verso prezzi più bassi e qualità elevata.
Gli analisti che hanno partecipato alla presentazione del 54/o rapporto annuale a cura del Centro Studi di Cosmetica Italiana segnalano il boom della “democratizzazione” dello skincare, a livello nazionale ed europeo.
Se in piena pandemia i prodotti più utilizzati erano quelli per disinfettare le mani, togliendo le mascherine abbiamo visto quanto siamo invecchiati, e quanto invecchieremo. “Sulla base del cambiamento demografico in corso si possono predire le scelte per i consumi beauty nella distribuzione di largo consumo, – ha detto Alessandra Coletta, analista NielsenIQ . – Stiamo invecchiando nonostante l’arrivo di famiglie più giovani provenienti da altri paesi, come ad esempio dall’Ucraina. Ad oggi in Italia il picco massimo del livello medio dell’età è tra i 46 e i 56 anni, circa dieci punti in più ad esempio rispetto alla popolazione inglese, e nei prossimi dieci anni il cambiamento sarà ancora più evidente con un picco che si sposterà a 56-70anni, questo significa che le industrie beauty si dedicheranno sempre di più alle famiglie più vecchie e meno verso quelle con bambini.
“Nonostante le fragranze stiano trainando i fatturati in termini di valori in tutti i paesi europei, si tratta di un effetto legato a diversi elementi, in primis l’aumento dei prezzi. La vera rivelazione dell’anno sono invece i prodotti dello skincare che, in termini di volumi, sono la categoria più dinamica che cresce in termini di pezzi venduti con nuove marche e un posizionamento più democratico, – ha precisato Sylvie Cagnoni, di NDP -. La cura della pelle è al centro delle nostre attenzioni e trova risposte soprattutto sui social. TikTok, Instagram e Youtube sono le piattaforme più utilizzate da influencer e celebrities per spiegare i vantaggi dei nuovi brand cosmetici.
La democratizzazione dello skincare si vede anche in profumeria, trainata da nuovi brand, emergenti, innovativi e spesso ideati dalle celebrities che hanno invaso il mercato. Questo significa prezzi più bassi ma creme originali, ben formulate ed efficaci che si affiancano ai sieri di brand iconici riconosciuti in tutto il mondo (e dai prezzi molto più alti).
I nuovi brand specializzati in skincare stanno sfidando i marchi più rinomati puntando all’aspetto clinico, ovvero all’uso di ingredienti testati, con una solida base scientifica e clinica, frutto di tecnologia, di studio e di ricerca.
“L’ingrediente è la componente fondamentale dei prodotti, così come la componente scientifica. Poi ci sono i prodotti ideati per pelli sensibili, per la difesa della pelle in città inquinate, contro le aggressioni climatiche. I nuovi sieri si fondono anche col make-up con la nascita di prodotti ad effetto ‘glow’, ibridi tra trattamento e trucco, che scalzano i classici fondotinta”.
I prodotti dedicati allo skincare pesano oltre il 17% dei consumi di cosmetici degli italiani, rappresentando la principale famiglia con 1.510 milioni di euro ed una forte crescita dei consumi del 9,3%. Lo skincare venduto in profumeria è cresciuto del 20% nel 2021, e quello in farmacia del 4,6%. I prodotti per il contorno occhi registrano un +15,4%, quelli per pelle impura del 14,2%, gli schiarenti dell’11,9%, maschere e esfolianti viso dell’11,2% , detergenti e struccanti del 10,1%.
Le creme antirughe segnano un +9%.
Source: Ansa