Puccini: l’artista e il pioniere del branding
In questa ultima tappa di un ciclo di incontri che hanno esplorato i vari aspetti del genio pucciniano – dalla musica ai libretti, dai luoghi del cuore alla moda – è stato messo in luce un aspetto meno noto, ma estremamente attuale: l’abilità del Maestro nel promuovere la propria musica attraverso strategie che oggi definiremmo di marketing. Visionario e intraprendente, Puccini non si limitava a creare capolavori immortali, ma sapeva anche come presentarli al mondo.
Grazie alla collaborazione con l’editore Ricordi, organizzava trasferte strategiche per le Prime nei grandi teatri, come il Metropolitan di New York, e introduceva i primi gadget promozionali: cartoline autografate, piatti in porcellana, foulard in seta, poster, fino ai primi dischi a 78 giri. Un esempio lampante di come Puccini non fosse solo un compositore, ma anche un precursore nell’uso delle nuove tecnologie per promuovere se stesso e la sua arte.
Questa esperienza pionieristica continua a ispirare il mondo imprenditoriale italiano, in particolare nel rapporto privilegiato con il mercato americano, come ha raccontato Flavio Mazzolatti, Presidente del Club degli Amici del Made in Italy, portando testimonianze di istituzioni e imprenditori, tra cui Angelo Agresta, Rettore del Liceo Paritario Labor, la prima realtà scolastica dedicata al Made in Italy a Milano e provincia.
Un legame inedito con la tradizione vinicola dell’Oltrepò Pavese
Il momento più emozionante dell’evento è stato la presentazione di una lettera inedita scritta da Giacomo Puccini e indirizzata al Barone Giuseppe Weil Weiss, datata 8 gennaio 1908. A svelarla sono stati Beppe Mainoli e Antonio Faravelli, eredi di una tradizione che unisce arte, territorio e convivialità.
Questo prezioso documento, custodito dalla famiglia Mainoli, rivela un legame insospettabile tra Puccini e le terre dell’Oltrepò Pavese. Il compositore, oltre che maestro della lirica, era un appassionato cacciatore e grande estimatore dei vini locali, in particolare del Bonarda, prodotto con uva Croatina, e dei bianchi frizzanti come il Pinot della Valle Versa. La lettera testimonia l’invito del Maestro a una celebre battuta di caccia, organizzata con il Barone Weil Weiss e gli avi di Antonio Faravelli.
La tradizione continua: convivialità e Made in Italy
Antonio Faravelli, titolare delle Cantine Vitea e promotore del progetto Golf and Wine 1895, ha raccontato come questa tradizione di incontri, buon vino e amore per il territorio si sia tramandata attraverso le generazioni. I viaggi del suo bisnonno, viticoltore e cacciatore, con carri carichi di botticelle di vino dall’Oltrepò alla Lomellina, rappresentano un esempio di convivialità che arriva fino ai giorni nostri, intrecciando cultura, imprenditoria e passione per il Made in Italy.
Questo evento non è stato solo un omaggio a Puccini, ma una celebrazione della sua capacità di unire il genio artistico alla valorizzazione del patrimonio italiano, una lezione che continua a ispirare anche oggi. Un incontro che ha saputo trasformare la memoria in una straordinaria occasione di riflessione sul valore del nostro passato per costruire il futuro.