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Michelangelo, Imperfect, articolo su Beyond the Magazine

C’è un Michelangelo che non abbiamo ancora conosciuto. Un Michelangelo che non scolpisce solo nella materia, ma anche nel concetto stesso di bellezza, ridefinendolo secondo una grammatica interiore, tormentata, talvolta incompiuta. A questo sguardo inedito è dedicata Michelangelo: The Power of the Imperfect, la mostra in corso fino al 31 agosto 2025 presso la Statens Museum for Kunst di Copenaghen. Un evento di portata storica: è la più grande esposizione delle sue opere scultoree dal 1875, anno in cui Firenze celebrò il 400° anniversario della sua nascita.

Michelangelo, Imperfect, articolo su Beyond the Magazine

Il corpo, l’idea, il non-finito

Curata in collaborazione con il British Museum e la Bibliothèque nationale de France, la mostra si articola come un racconto stratificato, in cui l’opera michelangiolesca si apre al confronto con il tempo, con l’eredità e con l’errore. Disegni originali, studi anatomici, materiali preparatori e un corpus straordinario di sculture restituiscono il processo creativo nella sua totalità, evidenziando come per Michelangelo il “non-finito” non fosse mancanza, ma scelta poetica.

Le sue figure trattenute nella pietra, come presenze pronte a liberarsi dalla materia, raccontano una tensione che è insieme fisica e metafisica. In esse risuona un’energia che la mostra mette in relazione con la produzione di artisti successivi, da Rodin fino a esponenti dell’arte contemporanea, svelando quanto quella visione imperfetta, instabile, irrisolta, continui a dialogare con la sensibilità odierna.

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Una mostra che interroga il nostro tempo

The Power of the Imperfect è più di una mostra retrospettiva: è un’indagine sull’idea stessa di perfezione, sulla fragilità come motore della creazione, sull’errore come spazio fertile dell’intuizione. In un’epoca in cui l’estetica del controllo cede il passo alla ricerca di autenticità, Michelangelo torna a parlarci con una voce nuova. Una voce capace di attraversare secoli e scuotere ancora, con la potenza di un linguaggio fatto di materia, gesto e silenzio.

L’allestimento danese – essenziale, ma fortemente immersivo – accentua questa prospettiva: lo spettatore è chiamato non solo a osservare, ma a entrare nel laboratorio dell’artista, a cogliere la tensione tra bozzetto e opera, tra intuizione e compimento.

Un’occasione irripetibile

Riunire, dopo un secolo e mezzo, un simile nucleo di sculture michelangiolesche è operazione non comune, che segna un punto fermo nella storia espositiva internazionale. È un’opportunità rara per riscoprire il maestro del Rinascimento al di là della sua monumentalità celebrativa, immergendosi nella sua umanità più profonda, nei dubbi, nei ripensamenti, nei gesti interrotti che diventano – oggi più che mai – manifesti di autenticità.

Per chiunque creda che l’arte sia soprattutto un atto di verità, Michelangelo: The Power of the Imperfect è una tappa imprescindibile. Una mostra che, con eleganza e rigore, restituisce al pubblico non solo l’immagine di un genio, ma il battito imperfetto e vivo della sua opera.

 

Photocredit: Statens Museum for Kunst di Copenaghen