Ciao Deborah, com’è nata la tua passione per la fotografia? 

E’ nata dall’esigenza di voler rappresentare la realtà dal mio punto di vista.
La fotografia per me è un modo di liberare la mente! Nessun pensiero negativo mi pervade quando mi dedico alla mia passione lavorativa. E’ il mio modo creativo, la mia bacchetta magica per trasformare la realtà in quello che vedo o sento in quel preciso momento.

Amo accompagnare l’osservatore in un mondo parallelo, che è il mio universo, fatto con i miei colori, le mie sensazioni e il mio punto di vista.

Quando hai capito che la tua passione sarebbe potuta diventare il tuo lavoro? 

Fino alla fine del liceo la consideravo solo una passione, non mi prendevo troppo sul serio.

Poi quando ho dovuto scegliere che cosa fare della mia vita, ho deciso di rischiare, di far coincidere la mia passione con il mio futuro lavoro. “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno della tua vita” questa frase mi rispecchia tantissimo.

 

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Come descriveresti il tuo stile?

Il mio stile si muove prevalentemente verso il ritratto. Le mie fotografie sono basate sulle emozioni e sulla bellezza. La lente che utilizzo di più è il 50mm con diaframmi molto aperti, si potrebbe dire che che mi muovo sempre con attrezzatura molto leggera. I miei progetti prendono forma seguendo la  luce del sole, Amo mostrare la magia insita nella luce  e quanti mondi può rivelare.

Ecco perché amo scattare in dalylight curando nei minimi dettagli l’estetica della foto. Mi affascina l’idea di raccontare storie attraverso lo sguardo e la gestualità della modella, che resta se stessa mentre l’osservatore entra in punta di piedi in questo mondo onirico.

Com’è nata l’idea di realizzare uno shooting in quarantena? 

Durante il lockdown ho sentito l’esigenza di creare qualcosa di nuovo. Avevo bisogno di continuare a scattare, di sperimentare nuove scelte stilistiche e di mettermi alla prova con un nuovo tipo di shooting  da remoto che prevedeva necessariamente l’utilizzo di FaceTime e selfie.

Ho selezionato modelle  in grado di comprendere esattamente quale risultato avremmo dovuto raggiungere insieme e di interpretare le mie direttive nonostante non fossimo fisicamente su un set.

Ne sono nati degli scatti intimi, caratterizzati dalla forza del colore e dai forti contrasti luce-ombra.

Sono molto soddisfatta del risultato ottenuto, perché si è dimostrato essere un modo alternativo di continuare a lavorare, conoscere persone e sperimentare restando fedeli alla propria arte.

 

 

I social media sono diventati parte integrante della nostra realtà, credi ti abbiano aiutata a conquistare un pubblico più ampio?

Assolutamente si, tramite sponsorizzazioni e collaborazioni con persone seguite da molti followers ho iniziato a crearmi un nuovo portfolio e farmi conoscere da un pubblico più ampio.

I canali social sono fondamentali per un fotografo e, a mio avviso, dovrebbero tutti investire maggiormente sul proprio profilo al fine di aumentare la visibilità. In fin dei conti, trattasi del nostro primo “biglietto da visita” e il nostro “showroom artistico virtuale”.

Se potessi scegliere una canzone con cui accompagnare gli scatti realizzati durante il lockdown, quale sarebbe? 

Penso che sceglierei “About you” di XXYYXX. E’ una canzone dal ritmo lento, che mi porta ad immaginare  gli scatti come se fossero in modalità “slow motion”, e  rispecchia anche un po’ il mood lento e ripetitivo delle giornate del lockdown.

 

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Ultima parola?

Sono felice di essere presente su Beyond the Magazine e invito tutti i lettori a seguirmi sui social per conoscere i miei  progetti futuri.