“Ho sempre pensato alla sfilata come ad un accadimento magico capace di sprigionare incantesimi. Un’azione liturgica che sospende l’ordinario, caricandolo di un sovrappiù di intensità. Una processione di epifanie e pensieri dilatati che si accomodano in una diversa partizione del sensibile”, così Alessandro Michele racconta il suo concetto di sfilata.
La sfilata Gucci autunno inverno 2020/2021 sorprende da subito: si entra direttamente dal backstage, dove si vedono all’opera gli stylist, i make up artist, gli hairstylist .
Si prosegue poi nella sala, dove su un palco concentrico la preparazione e la messa a punto dello show è di per sè stessa già spettacolo.
Nel buio risuona la voce di Federico Fellini: “Il cinema era proprio questo, era suggestione ipnotica, ritualistica, c’era qualche cosa di religioso. Si usciva di casa, si parcheggiava la macchina in qualche posto, ci si incolonnava tutti insieme in un rituale (…). Poi questa luce che si attenua, lo schermo che si accende e comincia la rivelazione, il messaggio. Un rituale antichissimo, di sempre che ha cambiato forma e modi, ma era sempre quello: stai lì, ad ascoltare…”.
Sulle note del Bolero, composto da Maurice Ravel nel 1928, modelle e modelli si presentano davanti al pubblico.